mostra/installazione di Marco Chiurato
“Buio del vedente”
Galleria Liberismo, Palazzo Valmarana Braga
Corso Fogazzaro, 16 – Vicenza
9 gennaio – 17 gennaio 2010
vernissage 9 gennaio 2010 ore 18,00
commento, Domenico Patassini
In mostra una nuova opera dell’artista Marco Chiurato, che affronta il tema della cecità.
“Cieco è chi, privo di vista o di chiara ragione, esita”.
Un gioco di ruoli in cui lo spettatore proverà un’emozione inaspettata. La vista passa in secondo
piano a favore del “Senso”. E il “buio” all’improvviso darà la spiegazione.
A new artwork by Marco Chiurato, who treats the subject of blindness.
“Blind is the person who, unable to see or think, hesitates”.
A role-playing game where the spectator will feel an unexpected emotion. The sight goes in the
background in favour of “Sense”. And the “darkness” will give suddenly the explanation.
Prefazione di Domenico Patassini
Guide e memorie
Gioco di prospettive. Dal tutto al particolare é vista, tatto dal particolare al tutto. Chi con proprio esempio indica la via o detta principi cui altri si adegua, come algebra della percezione in flash si dissolve, prodotto di distanza e fessura. Ma la guida non vede per memoria del dove. Nel buio come silenzio si muovono ombre del mondo di matrix, mitica caverna. Nella vista riposano presunzione contemplazione e piacere di sapere dove andare. Dal tutto, colto in una messe di stagione, si domina l’oggetto come sfera, del particolare assente non si tocca e si ignora. Con il tatto che dona plasticità al volume la rugosità si fa cosa. E il buio dell’umano, che la vista detesta perché offesa, da vuoto avvolgente si riempie senza primi, collante di minimi incrementi. Particolari diventano figura, si dà nome: oggetti, nessi e spazi progettano grammatiche più amiche e sintassi di un testo inedito.
La memoria si fa vita e il ricordo restituisce pienezza per conferma o illusione. ‘Prima era qui!’ direbbe la memoria, tattile riverbero. Con la vista l’immagine si evolve per appiattimento di piani visivi. Compressi, come veli sovrapposti, disegnano senso e movimento in fissità già nota.
La visione è piena rinuncia, coglie un destino, seleziona e propone un istintivo ozio. Dal tutto al singolo si piega, nel testo declina parole di memoria visiva, balbettii per difetto.
Cieco è chi, privo di vista o di chiara ragione, esita. Chi colto da passione o emozione non crede.
Così il tatto, coscienza di mondo proprio, per stimolo si muove in piccoli corpi e associati sensori
di caldo e freddo, terminazioni nervose a prova di dolore.
Impulsi lungo fibre di significato e nervi lontani (periferici si direbbe), di legami deboli e coscienti fino al midollo, area sensitiva di corteccia. Per due vie ascendenti in un magico incontro: anche per accortezza e prudenza, di vista e tatto.
Guides & Memory
Games of perspectives. Sight spaces from everything to details; touch departs from details to everything. Whoever points the way or sets out principles for others, like an algorithm of perception, dissolves in a flash the product of distance and opening. Yet, a guide does not memorise place. Shadows of the Matrix world move in darkness and silence, like in the Mythical Cave. Sight is accompanied by assurance, contemplation and pleasure of knowing the way. A whole picture, as with seasonal produce, yields the object as a sphere, unaware of the missing details. Touch shapes the volume and roughness becomes entity. Little by little, darkness, which vision hates because it hurts, fills up the enwrapping void without rules. Elements take on shape to be labelled: objects, connections and domains become familiar grammar for an original text. Memory is enlivened to confirm or deceive integrity: “it was here before” with tactile vibrations. With vision, images evolve by squashing sequences of visual focuses. Compressed, as overlapping veils, they confer meaning and movement to well known stillness. Vision is total surrender, capturing destiny, selecting and proposing instinctual otium. Everything, up to the single element, is transformed, babbled in a text. Blind is the person who, unable to see or think, hesitates. Or who bewitched by passion or emotions does not believe. Touch too, as self-awareness, is stimulated by hot and cold pain-proof sensors. Impulses reach fibres of meaning and remote nerves (peripheral one would say), weak and conscious links stir the marrow, the sensitive cortex. A two-way magical encounter: attention and care of vision and touch.
Patax translated by LaFab,
December 2009