“torta senza festa”A.S.2009-2011 di Marco Chiurato
La scuola, vista da sempre come tempio di cultura e progresso, può diventare, paradossalmente, fonte di distruzione delle potenzialità del fanciullo attraverso giudizi soggettivi e obblighi di rispetto delle regole che l’istituzione stessa impone. La mente si troverà così a dover mediare tra le proprie inclinazioni spontanee e contemporaneamente a conformarsi alle ideologie che la scuola impone. Nella maggior parte dei casi, le seconde hanno la meglio e così la forma mentis si modifica, perdendo fantasia e creatività, arrivando a produrre nere copie del lavoro di qualcun altro che, per quanto precise, non saranno mai all’altezza dell’originale.
Anche nei ‘momenti del talento’, quando ci si lascia andare convinti di essere qualcuno, la scuola non riposa: allora era il ‘sabato dei lavori’, rumoroso e leopardiano. Un po’. Neppure questo ‘sabato senza cattedra’ fa la settimana più corta, né tranquillizza le menti del discepolo e di chi lo attende al varco. Le famiglie e il mondo in cui si dissolvono. All’inizio egli si affida (e si fida), per accorgersi che così inizia, con la scolastica dei linguaggi, l’abitudine all’istituzione totale. La scuola è porta che segna un trapasso, su un piano inclinato verso il quesito: quanto valgo, chi mi vuole, dove? E la risposta è servitù per i più, un prezzo di affezione che traduce il corpo in un paniere di prodotti e di protesi, l’io in un ironico sorriso. Come il messaggio ripetuto, copiato dall’incerto credulone, con segni delebili in una torta senza festa.
by Patax