marco chiurato presente al salone del mobile di milano con NAKED “il dolce abbraccio del perdono”
con la libreria CARLTON di ettore sotsass riprodotta in zucchero e con il video BLA BLA BLA per cleto munari

MATTINO DI PADOVA link

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Naked art 40
il dolce abbraccio del perdono di Anna Maria BrizziE’ all’interno dello studio di Marco Chiurato, veneto classe 1973, che la sua prorompente, caotica e fervida creatività si ricompone, seguendo un viaggio in cui il corpo umano è testimone e mezzo, dando la possibilità allo sguardo di ripercorrere in modo logico ed ineluttabile il percorso artistico che ha portato l’artista all’oggi. Lo spazio dedicato ai primi lavori, quelli che diedero vita alla sua prima importante mostra: “Linea 79”, 30 preziose sculture di modeste dimensioni, dove Marco Chiurato racconta se stesso il suo vissuto, le sue esperienze, che portano l’artista a testimoniare, attraverso la propria sensibilità, non solo i propri dolori ma le ferite del mondo, affrontando argomenti che spaziano della religione alla xenofobia, dalla speranza alla disperazione, la vita … la morte. Ingredienti che hanno prodotto l’essenza della nostra contemporaneità Una collezione di sentimenti carica di significati, dove “il dolore del cuore”, assume dimensioni fantastiche , in un estetica intrisa di un’affascinante poetica che aiuta a liberarsi dal pregiudizio e dalla colpa, dando spazio alla speranza e al riscatto, per tornare alla possibilità di abbandonarsi nuovamente ai meccanismi dell’amore. Ad un anno dalla mostra “Linea 79”, dopo aver avviato altri progetti, sperimentando videoart, fotografia, performance, prende vita la sua avventura più discussa: nel cuore della sua città, Marco Chiurato inaugura un mostra che divide critica e stampa, pubblico e collezionisti. Quasi mille persone si sono prestate alla realizzazione delle opere, 500 calchi di parti anatomiche maschili e femminili: glutei, seni, organi genitali ed alcune sculture total body a grandezza naturale danno vita a “Sexhibitionism”. Una nuova chiave di lettura della sessualità, pezzi di corpi che non necessariamente riconducono ad una persona ben definita, dove l’edonismo e la voglia di protagonismo lasciano spazio anche alle proprie confessioni, complice l’anonimato del soggetto che si sente libero di esprimersi senza essere giudicato, meccanismo questo che ritroviamo in Internet, dove sconosciuti, chattando con altrettanti sconosciuti, si reinventano dando vita ad una sorta di surrogato della realtà L’artista riordina questo incredibile caos di “bassa macelleria” in una serie di pannelli suddivisi in seni messi in bell’ordine uno accano all’altro. Stessa cosa con i peni, dove spiccano quello appartenete ad un soggetto di colore insieme a quello rivestito da un sicuro condom, per non parlare della grande gabbia dove vagine munite di ali svolazzano nella costrizione di uno spazio ben definito. Davanti al muro di seni, la figura dell’ermafrodito con il volto velato, che ci ricorda come la natura abbia previsto le molte possibilità che invece la società ancora non accetta, riproponendoci il problema della diversità. Al centro di tutto la figura del Cristo, l’opera dello scandalo. Marco Chiurato racconta il suo Cristo che è sia uomo che donna e che porta ben visibili le tracce del martirio, la croce di spine e le stigmate. La figura è posta eretta quasi a testimoniare comunque la sua presenza in tanto sfacelo, come un Padre che nonostante tutto continuerà ad amare i suoi figli lasciando spazio alla speranza e al perdono. Un altro importante momento creativo dell’evoluzione artistica di Chiurato è testimoniato una serie di video performance dedicate al più inevitabile dei sentimenti umani: l’invidia. L’artista si misura con autorevoli nomi dell’arte e della cultura, includendo anche grandi aziende di successo. Nei pochi minuti della performance sono posti in successione interesse, ammirazione, desiderio ed infine distruzione. E sempre la distruzione sarà il finale di un altro spettacolare momento: quello dell’opera “Tangshang ore 3,42” datata settembre 2009, al vernissage della mostra “Arte? Luce”, in collaborazione con altri 10 artisti che lavorano al tema della luce. Chiurato espone tre enormi e preziosi lampadari in zucchero che nel clou della serata collassano e si infrangono al suolo tra lo sgomento e la paura dei presenti, la luce riflessa dai sontuosi lampadari si trasforma in buio, silenzio, desolazione riportandoci alla memoria il terribile terremoto cinese di Tangshang, andando a sottolineare la precarietà del nostro esistere. Eros e Thanatos hanno sempre caratterizzato i lavori di MC, l’impulso creativo e quello distruttivo hanno generato centinaia di opere mediante tecniche e materiali diversi. Oggi l’artista quarantenne ha raggiunto una maturità che si misura anche nell’abbandono dell’antica lotta: è sempre la figura umana il centro del racconto ma è una nuova figura liberata dal rimpianto, dal pregiudizio dalle delusioni, non più vittima delle proprie ossessioni, non più smembrata e mercificata. La figura viene ricomposta nella sua interezza nell’accettazione del proprio essere con le proprie peculiarità ritornando ad essere parte integrante dell’universo diventando essa opera d’arte, ritrovando nel creato il suo giusto posto nel più sincero e totale abbandono, sottolineata da sottili arabeschi creati dallo zucchero, accarezzato dalla dolcezza di una tecnica antica, coinvolto anche nei sensi l’uomo abbandona ogni forma di aggressività, ritrovando la sua spiritualità nel dolce abbraccio del perdono.
Anna Maria Brizzi

Inside the office of Marco Chiurato, Venetian born in 1973, his overflowing, chaotic and fervent creativity recomposes itself, following a travel where the human body is witness and means, opening to the look the possibility to recall logically and inescapable his artistic career that brought the artist here today.
The space dedicated to his first art works, which that give life to his first important exhibition: “Linea 79”, 30 precious sculptures, moderate sized, where Marco Chiurato tells about himself, his life, his experiences, that take the artist to describe, by his sensitivity, not only his pains, but also the sufferings of the world, dealing with themes ranging from the religion to the xenophobia, from the hope to the desperation, the life… the death. Ingredients that produced the essence of our contemporary
A collection of feelings meanings load, where the “heart pain” acquires fantastic dimensions, with an aesthetics soaked by fascinate poetics which helps to relieve the preconception and the guilt, opening a space to the hope and the redemption, to lapse again into the love mechanisms.
A year after the exhibition “Linea 79”, upon starting projects, experiencing video art, photography, performances, his most discussed adventure comes alive: in the heart of his town, Marco Chiurato inaugurates an exhibition that divides criticism and media, public and collectors. About one thousand people applied to the realization of the art works, 500 casts of anatomical male and female parts: gluteus, breasts, sex organs and some total body and natural sized sculptures give life to “Sexhibitionism”.
A new interpretation about the sexuality, parts of bodies which doesn’t connect to a well-defined person, where the hedonism and the desire of attention-seeking make also space to own confessions, contributing factor is the anonymity of the subject who feels free to express himself without any judgment, a mechanism attends in Internet, where some strangers, chatting with other strangers, reinvent themselves, giving life to a surrogate of the reality.
The artist reorganizes this incredible “low butchery” chaos by a series of boards, shared in breasts placed side by side. In the same way with the penises, where one pertaining to a colored subject and one with a secure condom show up, say nothing of the great cage where vaginas with wings fly into a well-defined space. In front of the breasts-wall, the figure of the hermaphrodite with veiled face remembers us that the nature has imagined many possibilities which the society still doesn’t approve, proposing again the theme of the diversity. In the center there’s the figure of the Christ, the scandal art work. Marco Chiurato tells about his Christ, both man and woman, with visible traces of the martyrdom, the cross with thorns and the stigma. The figure is erect to vouch for his presence in this disrepair, like a Father who nevertheless will continue to love his sons, giving space to the hope and the forgiveness.
Another important creative moment of the artistic evolution of Chiurato is a series of video performances dedicated to the most inevitable of human feelings: the Envies. The artist compares himself to eminent Art and Culture subjects, also including great successful firms. Into the short performance there are progressively interest, admiration, desire and finally destruction. And the destruction will be the end in another spectacular performance: “Tangshan 3,42 p.m.” dated Sept. 2009 at vernissage of the exhibition “Arte? Luce” where 10 artists worked on the thematic of light. Chiurato exhibits three great precious sugar chandeliers which, in the key moment, collapse and break on the soil, between the heartbreak and the fear of the spectators, the light reflected by the chandeliers becomes darkness, silence, desolation, remembering us the terrible Chinese earthquake of Tangshan, underlining the precariousness of our being.
Eros and Thanatos always have characterized the art works of Marco Chiurato, the creative and destructive impulses have generated hundreds of art works by different procedures and materials. Today the forty-year-old artist reached a maturity, also including the relinquishment of the ancient fight: the human figure is always on the middle of the novel, but it’s a new figure rid of regret, prejudge, frustrations, it’s not victimized by its obsessions, it’s not dismembered and commercialized. The figure is recomposed whit its entirety, with reception of the own being, with the own peculiarities, returning to be a part of the universe, becoming an art work, finding its place in the creation, in the most total and sincere abandonment, underlined by thin arabesques created by sugar, brushed by sweetness of an ancient technique, also involved in the senses, the man abandons any form of aggressiveness, finding his spirituality in the sweet hug of the forgiveness.

translate Francesca Scomparin
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