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un ringraziamento particolare a dadework

La culla, come l’urna, contenitore del sur-reale:
che vive in noi, che ci contiene e noi conteniamo;
al quale apparteniamo, tutti, fra le righe della notte.
L’infante, il neo-nato, che da lì è appena giunto al giorno,
è più di chiunque altro vicino a quel mondo di righe, nella culla.

Quella stessa culla che ospitò le prime notti di Maurizio Cattelan è stata ora donata all’artista Marco Chiurato. Fatta rivestire di un interno a righe che suggerisce la stessa immagine di Picasso, è ora giaciglio del figlioletto primogenito Pablo.
L’opera, questa cesta di vimini che attraversa una generazione artistica, si auspica di permanere un ambiente pregno del sogno, di quelle forme non visibili altrimenti, dalle quali assorbire materiale inconscio da riportare tra noi, nell’arte, in quel concettualismo – che è di Cattelan come anche di Chiurato – fatto anche di lapsus intenzionali che la coscienza collettiva non può non riconoscere (o rimuovere).testo di Sofia Cavalli

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