Archivio della categoria: installazioni

ALDILA’

La sincerità dei morti invade la sincerità dei morti

indotta dalle bugie dei vivi.
Il naso del carro armato di Collodi stana il rifugio dei bambini nel ricordo della guerra fredda che lo influenza facendogli starnutire le vechie bombe.
Anche l’angelo Yuri interpreta dallo spazio dicendo:
no, non è vero!
e si trova a combattere contro le ARMY-STRONG di Azov

 


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il gioco della bottiglia

installazione di
Pablo Chiurato con “primo bacio”
Marco Chiurato con “bacio rubato”
Giovanni Chiurato con “ultimo bacio”

tratto da una storia vera.

Tutto nasce alla morte di Giovanni Chiurato.
L’ultimo bacio a lunga degenza
con una coetanea a corta assistenza.

Il bacio rubato di Marco Chiurato
con una bottiglia di vino pregiato.

Un biberon fatto ruotare da Pablo Chiurato
per poter per la prima volta baciare.



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IL DOMINIO DEL DEMANIO

IL DOMINIO DEL DEMANIO
Acquaforte a codice dell’acqua
Cassaforte inserita ma non installata nella sabbia, permesso dal demanio senza domanda.
L’acquaforte recupera l’acqua preziosa riciclandosi a ciclo continuo in modo naturale.
Chiudendo la cassaforte racchiuderai un bene prezioso che diventerà di tuo dominio senza togliere nulla al demanio

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IN SILENZIO

La protesta dei commercianti di Marostica
con l’installazione di Marco Chiurato “IN SILENZIO”.
Marostica, 30 aprile 2020– Arte e protesta a Marostica in questo difficile periodo di emergenza. La protesta è quella dei commercianti che, con l’autorizzazione dell’Amministrazione comunale, affidano il loro messaggio di contestazione alla performance dell’artista Marco Chiurato, in scena in Piazza degli Scacchi venerdì 1 maggio.
Dopo le disposizioni dell’ultimo Decreto in materia di contenimento del contagio da Coronavirus, con il rinvio dell’apertura di molte categorie di esercizi commerciali, gli operatori del commercio grideranno la loro disperazione attraverso l’installazione “IN SILENZIO”: un buco sulla scacchiera circondato da una gabbia da dove emerge un attonito commerciante in cerca di una via d’uscita… Sullo sfondo l’innalzamento di una bandiera, completamente trasparente, per indicare “un’Italia che non esiste”, quella dei commercianti con le serrande ancora abbassate, accompagnato da un simbolico “inno del silenzio”, questa volta davvero senza note.
“Dopo le ultime disposizione del Prefetto sulle manifestazioni di protesta, abbiamo rivisto l’iniziativa”spiega il sindaco di Marostica Matteo Mozzo “che in un primo momento prevedeva il coinvolgimento in prima persona degli amministratori. Siamo vicini ai nostri commercianti in questo tragico momento, ma vogliamo rispettare le indicazioni delle autorità. Sono sicuro che la nostra piazza e la genialità del lavoro di Marco Chiurato potranno dare comunque grande risonanza al messaggio”.
“I commercianti al dettaglio chiedono di riaprire rispettando le regole di sicurezza, come per altre categorie economiche” commenta l’assessore alle attività produttive Ylenia Bianchin “è ormai una questione di sopravvivenza. Se non diamo loro la possibilità di riaprire subito, alcuni non ce la faranno. Non si tratta solo di rendere accessibili dei servizi ad una comunità, ma di salvare il futuro di una cittadina della quale queste attività sono il cuore pulsante”.
“Sono i dettagli di un’opera che avrebbe dovuto coinvolgere più elementi” spiega infine l’artista Marco Chiurato “come la banda che avrebbe suonato come una muta fanfara e il sindaco che con l’alzabandiera avrebbe indossato una fascia trasparente. Il silenzio sarà comunque assordante”.

L’installazione sarà visibile dal link alla webcam di Piazza degli Scacchi.

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ROMA DELIVERY

La gabbia di IN SILENZIO che conteneva i commercianti ingabbiati verrà spedita lunedì a Roma dal corriere.
Non essendo specificato l’indirizzo starà al corriere decidere dove scaricarla, visto che la destinazione è “ETERNA”.
In mancanza di coraggio potrebbe essere che il corriere la riporti al mittente.
Annuncio: chi dei commercianti volesse essere ingabbiato e spedito a Roma si faccia avanti e faccia sentire IL SILENZIO.

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dissolvenza naturale

Museo Diocesano di Padova
piazza Duomo 11/12, 35141 Padova
sabato dalle ore 18:00 alle 20:30
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MV Eventi e il Museo Diocesano di Padova presentano la mostra “Dissolvenze”, curata da Enrica Feltracco, Massimiliano Sabbion e Matteo Vanzan.
L’esposizione sarà inaugurata sabato 26 Ottobre alle ore 18.00, ( si concluderà il 30 Novembre 2019) nelle splendide sale del Museo Diocesano di Padova.
47 artisti nazionali e internazionali più il Poetic Hotel racconteranno la loro idea di dissolvenza nell’arte oggi, attraverso pittura, scultura, fotografia, video art e installazioni.
“Quanto potere hanno le immagini ormai nella nostra vita? Immagini così numerose e incombenti che sopravvivono immancabilmente sfocate e quasi dissolte. Nella dissolvenza l’assenza diventa essenza, invita a riflettere e pure a fantasticare. Dissolvere per me è anche e soprattutto annullare la pretesa di esserci e insinuare il dubbio sulla necessità della nostra presenza.
Ed è per questo motivo che assieme agli altri curatori abbiamo pensato di giocare con la nostra immagine dissolta, scelta come manifesto della mostra per raccontare subito che noi saremo solo un tramite che consenta agli artisti di esprimersi e di raccontare liberamente la loro visione-versione di questo concetto”. (Enrica Feltracco)
“L’apparizione, la sparizione, la modifica graduale delle immagini diventa poi possibile con gli espedienti tecnici creati che realizzano un mutamento in continuum nel rapporto tra tempo e spazio in maniera graduale, disciolta in una nuova visione della realtà che si fa traccia ricavata dal mondo onirico e, soprattutto, dalla memoria che appare nelle condizioni più emotivamente coinvolgenti capaci di suscitare particolare condizioni viscerali e psichiche.
La memoria, come capita ai sogni, vive nella dissolvenza e si perde nella nebbia fatta di ricordi, di dubbi, di tracce passate che tendono, a volte, a sostituirsi alla rappresentazione oggettiva e reale”. (Massimiliano Sabbion)
“Il contemporaneo è un lungo viaggio nella dissolvenza, un percorso di disgregamento della forma verso l’Informe, vero momento di catarsi per coloro che che divennero artefici dell’universo concettuale. Al Museo Diocesano tutti questi artisti saranno protagonisti di un viaggio attraverso il disvelamento dell’anima, che solo la poesia dell’arte ci può regalare”. (Matteo Vanzan)
artisti presenti in mostra:
Pierangela Allegro, Simone Berno, Manuela Bedeschi, Luca Bidoli, Greta Bisandola, Isobel Blank, Alessio Bolognesi, Gianluca Bonomo, Daniele Bozzano, Riccardo Cavallini, Pierluca Cetera, Marco Chiurato, Chiara Coltro, Giorgio Dalla Costa, Cristiano De Matteis, Marco Fabozzi, Nadia Fanelli, Tina Feingold, Alberto Fiorenzato, Laura Fortin, Daniele Fortuna, Ettore Greco, Leda Guerra, Giuseppe Inglese, Marco Lombardo, Giuliano Macca, Jacopo Mandich, Corrado Marchese, Raffaele Minotto, Alberto Miotti, Manlio Onorato, Ciro Palumbo, Barbara Pigazzi, Ioan Pilat, Davide Puma, Francesco Rampin, Marco Rea, Alessandro Rinaldi, Giordano Rizzardi, Michele Sambin, Alessandro Saturno, Silvia Scuderi, Adelisa Selimbasic, Pierantonio Tanzola, Elisabetta Vazzoler, Nicola Vinci, Marco Maria Zanin.

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IL MURO DI SINISTRA

“Il muro di sinistra”. A Marostica installazione in Piazza dell’artista Marco Chiurato per esorcizzare gli atti vandalici agli affreschi del Castello Inferiore.

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Marostica, 5 ottobre 2019 – Dopo la profanazione con scritte e incisioni anonime degli affreschi del Castello Inferiore di Marostica, a denigrare l’incivile gesto, compare, in Piazza degli Scacchi, un muro di cartongesso per sfogare manie di protagonismo e deviazioni.
È la nuova installazione firmata dell’artista Marco Chiurato, marosticense doc, che cerca di esorcizzare questa ferita per tutta la comunità trasformandola in un’azione collettiva, promossa in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e l’Associazione Pro Marostica, con il contributo di Eddi Labadi di Edil D.F.M., che ha realizzato la parete.
“Il muro di sinistra”, il titolo dell’opera, comparsa sulla scacchiera sabato mattina, con chiaro riferimento ai simboli estremisti apparsi negli sfregi, in particolare un disegno di “falce e martello”, ma anche un’allusione alla giunta leghista, che ora deve fare i conti con questo danno al patrimonio, proprio mentre è in corso il restauro, dopo dieci anni di attesa, degli affreschi del cortile, dello scalone e del loggiato.
“Abbiamo accolto l’azione di Marco Chiurato perché, accanto all’amarezza e allo sconforto, vogliamo evidenziare una voglia di riscatto, che porti consapevolezza a tutta la cittadinanza” spiegano il sindaco di Marostica Matteo Mozzo e l’assessore al turismo Ylenia Bianchin “anche se i messaggi e le testimonianze di sdegno da parte dei concittadini e le esortazioni a continuare a difendere e salvaguardare il nostro patrimonio monumentale sono già stati numerosi”.
“Agite a volto scoperto! Questo il mio messaggio ai delinquenti!” l’esortazione di Marco Chiurato, autore de “Il muro di sinistra”.
E allora tutti in Piazza, armati di gessetti, a sfogare il proprio sdegno, non vigliaccamente su una parete del Quattrocento, ma su un muro bianco, che rimarrà allestito per i week end del 5-6 ottobre e del 12-13 ottobre.

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DIF.FUSIONE

All’ex Cinema Olimpia di Bassano inaugurata la mostra collettiva “Dif.fusione88”. Dodici affermati artisti del territorio rinverdiscono i fasti dell’arte contemporanea in città. Con “sorpresa” finale Spalti gremiti per l’esordio casalingo dell’Olimpia Bassano. In porta: Bajo. In difesa: Brunello, Da Gioz, Lanaro, Lucietti. A centrocampo: Meneghetti, Pellanda, Riello, Scapin.
In attacco: Tessarollo, Venzo. Straniero di coppa: Chiurato. Allenatore: Gasparotto.

Eccola qua, la super-squadra dell’arte contemporanea grazie alla quale, dopo molti anni in città, si riaccendono i riflettori sui linguaggi e sulle provocazioni dalle eccellenze creative locali. In quella stessa Bassano che fino agli anni ’90 nel campo del Contemporaneo artistico ha vissuto di dinamici fermenti e di vivaci confronti, per poi soccombere nel Terzo Millennio al ruolo secondario di città incapace di valorizzare il suo genius loci.
Ma, come dice il saggio, a volte ritornano. E da una pazza idea di Pietro Gasparotto, coadiuvato dal non meno visionario Claudio Brunello, è nata “Dif.fusione88”: una collettiva di dodici affermati artisti del territorio che in un unico grande spazio ritornano a svolgere il ruolo di profeti in patria, raggruppando e rappresentando le diverse espressioni della creatività nell’ambito del Contemporaneo. Esattamente come l’indimenticata mostra collettiva, che aveva lo stesso titolo e la stessa impostazione, voluta e realizzata nel 1988 dal Circolo Artistico Bassanese e dall’Associazione Arti Visive, con la regia del compianto pittore Vito Pavan. Dunque tutti insieme provocatoriamente in un unico spazio.
E non si tratta di uno spazio qualsiasi. La mostra by Gasparotto & Friends, inaugurata oggi e aperta fino al 19 ottobre (tutti i giorni, con orario 16 – 20), è infatti allestita all’ex Cinema Olimpia di via Marinali, oggi misconosciuto salone di proprietà privata collocato in mezzo ai due Tribunali (quello quasi vuoto e quello vuoto) e rinominato Spazio Olimpia.
Un luogo che in passato è stato animato da rappresentazioni e ha costituito per molti anni un significativo punto di aggregazione e che torna quasi per magia ad accogliere nuovamente i bassanesi. E non è casuale, a quanto pare, neppure la scelta di proporre l’evento nella via intitolata al grande scultore Orazio Marinali.
“Come Orazio e la sua straordinaria bottega rispecchiavano lo spirito del proprio tempo – spiegano gli organizzatori -, così gli artisti presenti oggi nello spazio del vecchio Cinema Olimpia interpretano e testimoniano le aspirazioni e le inquietudini di una società in crisi e in continua trasformazione.”
Olimpia Bassano – Pensiero comune: 1 – 0.

Bando ai conformismi, dunque. Ma il percorso espositivo che conduce fino alle forme più dissacranti del creare artistico è graduale.
Nell’androne d’ingresso dello Spazio Olimpia i visitatori sono infatti accolti dalle uniche due vere concessioni al figurativo, entrambe di ragguardevole fattura: l’iper-realismo di Luigi Pellanda, che trasforma la ricerca della perfezione estrema del dettaglio in “viaggi onirici” di impronta caravaggesca e i paesaggi di Graziella Da Gioz, dove i delicati segni dell’acqua e delle forme degli alberi evocano storie e stati d’animo.
Si passa quindi per le figurazioni materiche di Claudio Brunello, in cui legno e sabbia, pietra e carta, ferro e plastica diventano gli elementi compositivi di raffinate riflessioni visive. Antonio Riello, dissacrante per definizione, scuote le certezze del quotidiano e fa scorrere l’animazione grafica di un carro armato su un monitor ambientato in un salotto di casa. Simone Lucietti sdogana l’iconografia del kitsch trasformando un tavolo carico di ninnoli in una bottega ad alta tensione di inquietudine.
Altrettanto impattante è la “radiografia” di Renato Meneghetti, guru della ricerca visiva al di là dell’occhio, che è parte della grande installazione ispirata al “Cristo morto” del Mantegna e presentata nel 2011 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia.
Mentre Odette Scapin gioca con la percezione e sorprende con le sue inquadrature parziali di nudi femminili, con una pittura capace di confondersi con la fotografia ad alta definizione. Silvano Tessarollo unisce in un quadro d’insieme le raffigurazioni delle sue installazioni capaci di elaborare, nel suo dialogo con la natura, una conturbante realtà parallela. Fabio Baggio – Bajo occupa felicemente una parete con i segni incisivi e i forti contrasti di colore del suo fantasmagorico universo di volti. Roberto Lanaro piega invece la materia e plasma il ferro e i metalli nelle sue opere, collocate in quel suggestivo limbo tra scultura e architettura che è proprio delle forme libere nello spazio. Toni Venzo esalta la forza modellante del legno, in tutte le sue essenze, facendo scivolare le linee e trasformando ogni scultura in un brano di natura che si fa pensiero.
E infine Marco Chiurato, l’imprevedibile, colloca un video del suo figlio neonato, con un pigiama a righe, sul giaciglio a righe della culla di famiglia originale in vimini di Maurizio Cattelan, comunicando il senso di “incarcerazione” del piccolo nella cella dei desideri e delle aspirazioni nutrite per lui dal padre. Ma le “sorprese” di Chiurato non finiscono qui.

All’inaugurazione di “Dif.fusione88” all’ex Cinema Olimpia, che si svolge a spalti gremiti come già detto, interviene il sindaco e assessore alla Cultura di Bassano del Grappa Elena Pavan, che ha concesso il patrocinio all’iniziativa.
Sono della partita anche i rappresentanti di Confcommercio, che ha dato convintamente il proprio sostegno a questo evento che pur ispirandosi alla mostra collettiva di trent’anni fa rappresenta di fatto, per gli interpreti che lo hanno reso possibile, una novità assoluta. Assieme al vicepresidente vicario mandamentale Elena Scotton presenzia all’opening il vicepresidente dei commercianti di Bassano Romano Zanon, uomo di cultura prima ancora che di articoli casalinghi, il quale invita il sindaco Pavan “a trovare una sede permanente per l’arte contemporanea in città”.
Dopodiché, terminati i discorsi di rito, arriva il sorpresone che è anche il “bonus track” della mostra. In un angolo del portico esterno di entrata, dove fino adesso era rimasta nascosta da una coltre di tende, sbuca “la cosa” di Marco Chiurato: una ricostruzione in stile luna park della nave di una ONG adibita al trasporto in mare dei migranti.
La provocatoria imbarcazione da cui risuona una musichetta ossessiva è carica di loghi pubblicitari, lucine colorate, slot machine, pupazzetti, Coca Cola, piatti di pasta e tutto quanto fa spettacolo. “È una rappresentazione – mi spiega Marco Chiurato – del viaggio allucinogeno che fanno queste persone, sulle navi delle ONG che hanno grande visibilità mediatica e sono piene di sponsor nascosti. Io gli sponsor li ho tirati fuori.”
Qualcuno, in realtà, ha temuto che la rutilante opera di Chiurato sul tema dei migranti potesse urtare la sensibilità leghista di quella Amministrazione comunale di Bassano che ha dato il suo patrocinio all’esposizione. Ma così non è stato: il sindaco non ha battuto ciglio e tutto è filato liscio. E fino al calar della sera la nave-Luna Park ha continuato ad irradiare la sua musichetta ossessiva, a esibire i suoi loghi pubblicitari e a far risplendere le sue lucine multicolor all’esterno dell’entrata della mostra.

“La devo tenere qua fuori – mi dice ancora il buon Chiurato, con la sua consueta e tagliente ironia -. È una ONG, non me l’hanno fatta entrare.”
E come Prima Visione, all’ex Cinema Olimpia, direi che può bastare.

testo di ALESSANDRO TICH – BASSANONET.IT
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OPERE ESPOSTE:
PABLO + SPAZIOLIBERO ONG
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YEMEN AND YECHILDR-END

Quest’opera rappresenta la fine di Aamir e del figlio Asif
Una storia realmente accaduta nello Yemen dove Aamir con il suo badile è stato obbligato a realizzare la tomba del figlio e Asif con la paletta quella del padre.
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