Natale in Siria.
Performance di Marco Chiurato.
Giovedì 22 dicembre ore 18,30 presso Cleto Munari via a. chinotto 3 vicenza
opere in vetro realizzate da Pietro Viero
opere in legno di mobilificio R.B.R.
testo critico di Massimiliano Sabbion
in collaborazione con cleto munari.
Consulenza musicale di Leonardo Buccieri
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Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra
(Gianni Rodari)

Sembra così lontano il conflitto siriano, lontano perché vissuto comodamente a casa dalla poltrona del salotto di, davanti alla tv che fornisce immagini polverose sotto un sole cocente da cui spiccano urla, pianti e deflagrazioni di spari e bombe: è la guerra, fuori dai nostri schemi e dai nostri occhi, eppure così vicino, al di là del mare che separa il mondo occidentale da un popolo che ci invade ogni giorno con i suoi dolori e la sua presenza.
Uno scontro che prosegue dal 15 marzo 2011 e che ancora non trova la parola “pace”, una forma utopistica che sembra sempre più distante dal realizzarsi, ma la guerra diventa non solo atto di ribellione e violenza, diventa anche business per chi ci vive con le armi, arricchita dall’attenzione mediatica e con l’umanità inerte che guarda e passa.
In una guerra si indica sempre il nemico, si cerca di individuare i buoni dai cattivi, ma l’odio non dà scusanti e non crea distinzioni, esige sacrifici fatti di dolore, di lutti e di sangue versato.
Le parole frenate non indicano la strada e non mettono l’accento sugli accadimenti, le immagini non svelate si situano al servizio della codardia e dell’omertà, ma la guerra c’è, esiste e continua, anche se si fa finta di non sentire e di non vedere, comodamente seduti sulla poltrona di casa a guardare l’ennesimo reality show perché tutto ciò è tangibile e la realtà supera la fantasia.
L’arte diventa, con la performance di Marco Chiurato, uno strumento di attenzione emozionale, un mezzo di denuncia forse per l’ennesimo Natale alle porte, una festività religiosa cattolica cristiana che è simbolo di pace e armonia tra i popoli, ma di cui si dimentica la grande valenza a favore invece di un becero consumismo fatto di colori e luci e melense canzoni che ottenebrano le menti.
È Natale, pace tra i cuori e gli uomini di buona volontà, è Natale anche in Siria, dove risuona l’eco degli spari al posto dei campanelli e delle canzoncine, dove il rosso è il colore del sangue e non dei pacchi sotto l’albero, dove il bianco è quello della polvere di edifici crollati e non delle spumose decorazioni nei negozi e dove l’argento è quello delle bombe e non quello dei nastri che addobbano i regali.
Le bombe di vetro realizzate da Pietro Viero e usate da Marco Chiurato, perdono la loro forza minacciosa, si fanno delicate, enormi palle natalizie da appendere all’albero per decorarlo, vuote e trasparenti bugie create dall’umanità per ingannare l’uomo e portare la morte, le bombe esplodono e uccidono e ora? Ora invece sono fragili e trasparenti, vuote, ingannevoli presenze di un’anima da colmare e richiedono un tributo fatto di sacrificio, vogliono sangue, diventano enormi ampolle in cui è compiuto un salasso per mezzo di una trasfusione del “sangue d’artista” che passa direttamente a riempire di vita questi strumenti di morte.
L’artiglieria si fa davvero pesante, si riempie preventivamente di quel sangue che sarà poi portato in trionfo come simbolo indelebile di un dolore, di una guerra.
Sacche di vita farcite e plasmate dall’odio che si nutre di innocenti, indiscriminatamente, senza badare a giovani vite perdute, a bambini sacrificati, ad adulti impotenti, il sangue si riversa all’interno della bomba trasparente che si manifesta nella sua inutile rabbia di morte e si fa sofferenza.
Nonostante tutto è comunque Natale, è Natale anche in Siria.
Massimiliano Sabbion

Christmas in Syria.
A marco Chiurato performance.

There are things to do every day: shower, study, play, set up the table at noon.

There are things to do at night: close your eyes, sleep, have dreams to dream, ears to not hear.

There are things you can never do, not by day nor by night, not by sea or by earth: for example, war. (Gianni Rodari)

The Syrian conflict seems so far away, far because experienced from our comfortable sofa, sitting in our homes, in front of our TV that is offering us dusty images, images of a boiling sun under which we overhear screams, cries and sounds of arms and bombs: this is war, out of our schemes and eyes, yet so close, beyond the sea that separates the occidental world from people that are invading us every day with their pain and hopes. A conflict that is continuing since the 15th of march 2011 and that has yet to find its very own peace, this utopian form that always seems harder to reach, but war becomes not only an act of rebellion and violence, it also becomes a business opportunity for those who live it through arms, enriched by media’s attention, with an immobile humanity that watches, and passes by.

In a war you always point to your enemy, you try to distinguish the good from the bad, but hate doesn’t find excuses and doesn’t create distinctions, it demands pain sacrifices, of death and blood.

Untold words do not indicate us the way and do not tell the facts, the unseen images only feed cowardice and silence codes. But war does exist, and it continues, even if we pretend not seeing and hearing, comfortably seated in our homes’ sofas, watching yet another reality show because this is what is tangible to us whereas reality overcomes fantasy.

Art becomes, with Marco Chiurato’s performance, an instrument of emotional attention, a tool of condemnation maybe for another Christmas coming, a religious catholic festivity symbol of peace and harmony between populations, but of which we often forget the true meaning in favori of mere consumption made of lights and sound and songs that I’m out minds.
It’s Christmas, peace amongst hearts and men of good will, it’s Christmas in Syria too, where arms’ shots echo instead of bells and cheerful songs, where red is the color of bloods and not of the gifts sitting under the tree, where white is the colori of destroyed buildings and not of the fluffy decorations in shops’ windows and where silver is the color of bombs, not of bows wrapping packages.
Glass bombs created by Pietro Viero and used by Marco Chiurato, lose their threatening force, they turn into delicate, big Christmas balls to hang in trees, empty and transparent lies created by humanity to deceive men and lead to death, bombs explode and lead to death and now? Now bombs are fragile and transparent, empty, deceiving presences of a soul that needs to be filled, and they demand a sacrifice, they want blood, they become huge ampoules in which a bloodletting is made through the blood of the artist, blood that directly fills of life these instruments of death.
The artillery becomes heavy, it’s preventively filled with the same blood that will be then triumphantly carried as a symbol of pain, of war.

Traduzione by Chiara Stocco

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